Il silenzio è fertile: l’arte di ascoltare il non-detto.
Thích Nhất Hạnh diceva: “Il silenzio è essenziale. Parliamo troppo. Il silenzio è come l’aria, come la luce, se non lo coltiviamo, moriamo.”
Viviamo immersi nel rumore, le notifiche richiamano continuamente la nostra attenzione, i pensieri si affollano, tutto intorno a noi ci spinge a dire, spiegare e commentare, eppure proprio in mezzo a questa sovrabbondanza di suoni c’è qualcosa che ha un potere immenso: il silenzio.
Il silenzio non è un’assenza, è una presenza diversa, uno spazio che accoglie, un terreno che nutre, come un grembo dove tutto trova casa. Il silenzio è fertile.
Il silenzio che ascolta
C’è un silenzio che non è indifferenza ma ascolto profondo. È quello che si crea quando decidiamo di non intervenire subito, di non interrompere, di lasciare all’altro lo spazio di cercare e trovare le sue parole. Nella relazione educativa, questo tipo di silenzio è una forma d’amore. È dire: “Io ci sono, ma non ti tolgo il potere di scoprirti.” Ho visto bambini illuminarsi dopo attimi di apparente esitazione. A volte basta non parlare.
Il silenzio come grembo del pensiero puro
Quando tutto tace, anche solo per un istante, qualcosa si chiarisce. Le parole non dette si raccolgono in forme più pure, più autentiche. Nel mio lavoro sul Pensiero Puro, ho capito che il silenzio è la condizione naturale in cui il pensiero libero può germogliare. È solo nel silenzio che possiamo ascoltare davvero ciò che è nostro, che possiamo riconoscere ciò che ci abita, ciò che ci attraversa. Il rumore ci distrae. Il silenzio ci restituisce.
Il silenzio che cura
Il silenzio è rigenerante, ci àncora al presente, ci riconduce a casa: dentro di noi. Ci sono silenzi che fanno male, perché riempiti di non detti o chiusure. Ma c’è un silenzio che accoglie, che abbraccia, che cura. È quel silenzio che si crea quando siamo davvero presenti, quando non abbiamo più bisogno di spiegare nulla.
Il silenzio che educa
Educare è anche saper tacere nel momento giusto. Non per rinunciare a dire, ma per scegliere di lasciare spazio, spazio al dubbio, allo stupore, all’errore, alla scoperta. Quando un educatore sceglie il silenzio consapevole, sta dicendo: “Mi fido di te”, “So che puoi trovare la tua strada”, “Io sono qui con te.” Questa è forse la più grande forma di rispetto che possiamo offrire a chi cresce accanto a noi.
Prova oggi, in mezzo al rumore del quotidiano, a ritagliarti un istante di silenzio. Non un silenzio passivo ma un silenzio vivo, che ascolta e che accoglie. Un silenzio che lascia spazio alla tua verità interiore. Un silenzio che non ha bisogno di parole per essere pieno.
Nel silenzio può nascere tutto. Nel silenzio ogni cosa può tornare a fiorire.
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