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Il giorno in cui mi sono ricordata di me

16 Maggio 2025 by Tiziana Di Genova Leave a Comment

Il giorno in cui mi sono ricordata di me

Tempo di lettura: 3 minuti

Circa 3 anni fa ho vissuto un momento che potrei descrivere come “un lampo a ciel sereno”, una “illuminazione”, è stato il momento in cui “mi sono ricordata di me”: un attimo chiaro, assoluto, in cui non stavo cercando nulla di particolare, non stavo credendo o apprendendo qualcosa di nuovo; in quel momento ho capito che quella che chiamiamo illuminazione non è altro che il momento in cui smetti di sopravvivere o di cercare e cominci a riconoscere, a vedere con occhi nuovi ciò che è sempre stato lì, ad accogliere la vita così com’è, senza più resisterle né inseguirla; in cui smetti di inseguire l’idea di diventare qualcosa e finalmente autenticamente “sei”, senza aggiungere nulla, senza dover togliere chissà cosa, senza perpetrare una qualsiasi lotta. Non c’è più bisogno di raggiungere una meta lontana, perché comprendi che la verità che hai tanto cercato ti ha sempre abitato e allora ogni gesto diventa essenziale, ogni respiro sufficiente, ogni attimo, anche il più semplice, si carica di un senso pieno e profondo. E non c’è più nulla da cercare, c’è solo da essere.

Il giorno in cui mi sono ricordata di me si è verificata una magia. Non si è trattato di una fede a cui aggrapparmi o di un’idea da accettare o una verità da abbracciare ciecamente; si certo in quel periodo meditavo già da un anno e mi facevo delle domande, ma chi non se ne fa? ma non è stata una informazione che mi è arrivata dall’esterno, nessuno mi ha detto o insegnato nulla; ero lì, semplicemente presente, senza alcuna aspettativa, è stato come oltrepassare una porta silenziosa e ritrovarsi in un enorme spazio dove tutto è accaduto: ho visto, semplicemente visto. Come se fosse caduto un velo, come se qualcosa da sempre offuscato si fosse finalmente mostrato per ciò che è: ho visto ma non con gli occhi del corpo ma con uno sguardo più profondo e più interiore, qualcosa che non sono in grado di descrivere a parole, un po’ come accade se proviamo a spiegare quello che si prova quando ci innamoriamo: non ci sono parole e non c’è modo di spiegare perché e come. 

È stato un attimo che ha cambiato la mia vita? No, assolutamente no, la mia vita è rimasta intatta, esattamente com’era, in quell’attimo si è semplicemente rivelata: ho visto il mio corpo, la mia mente e il mio spirito (che ho sempre considerato come tre nature separate) come fossero una vibrazione unica: ho percepito il loro legame profondo, il loro modo di comunicare, di intrecciarsi, di danzare insieme in me. E’ stata una rivelazione, non nel senso mistico del termine ma qualcosa di già noto, solo nascosto o dimenticato. Si, dimenticato, perché non è stata una scoperta o qualcosa da imparare o costruire pezzo per pezzo, era un sapere antico, primordiale, come una memoria già impressa che se ne stava lì aspettando di essere riconosciuta, in attesa di essere ricordata appunto! Era dentro di me da sempre ma coperta da strati di abitudini, condizionamenti, ruoli, pensieri, eventi, situazioni, credenze e persone sbagliate; come una fiamma accesa dentro di me che aspettava che io mi fermassi abbastanza a lungo da sentirne il calore e quando finalmente ho sentito quel calore è stato come un ritorno a casa, mi sono ritrovata, mi sono detta “wow” e, come recitassi un mantra, ho ripetuto più volte: sì, lo sapevo! sì, lo sapevo! sì, lo sapevo!

Ecco perché: “Il giorno in cui mi sono ricordata di me”.

Sapevo già che nulla nasce dal nulla, sapevo che tutto ciò che arriva emerge da uno spazio o da qualcosa che esiste già, eppure è stato in quel momento, in cui mi sono ricordata chi sono, che ho riconosciuto ciò che mi abita, come una luce che illumina le stanze della mente, stanze che erano rimaste al buio forse per paura, forse per abitudine o semplicemente perché nessuno mi aveva mai mostrato come aprirle. E in quella luce ho compreso che nulla è casuale, che la mia presenza qui ha un senso profondo e che esiste qualcosa che mi è stato affidato: una missione, un compito, una responsabilità sottile ma inevitabile, niente che arrivi da fuori ma una sorta di chiamata interiore che sorge spontanea quando si smette di cercare scuse e si comincia a vivere in coerenza con la propria essenza. 

Da quel giorno, ogni gesto, ogni parola, ogni scelta è diventata per me un’occasione per onorare quella missione: vivere pienamente, amare consapevolmente e contribuire, anche nel più piccolo atto, a portare un po’ più di luce là dove ancora c’è buio.

Per questo apro un cerchio di tre passaggi(*) come un piccolo viaggio del sentire:
  1. Cosa ho visto!   (il primo passaggio del cerchio dei 3)
  2. Ho riconosciuto ciò che mi abita (il secondo passaggio del cerchio)
  3. Ho compreso ciò che mi è stato affidato (il terzo passaggio del cerchio)

(*) Leggerli secondo la numerazione facilita la comprensione e la lettura.

Filed Under: Articoli, pensieri .... Tagged With: abitudine, anima, ciò che è sempre stato lì, condizionamenti, corpo, educandoci, educandoci.com, interiore, lo sapevo!, mente, mi sono ricordata di me, sì, spirito, steriore

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