La Presenza è la radice che riporta a casa (2/8)
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C’è una radice che ha trasformato il mio modo di vivere in profondità: la presenza, non la presenza esteriore, quella del corpo che si trova in un luogo mentre la mente vaga altrove ma una presenza vera, viva, continua, quella che ti fa essere lì, esattamente lì, con tutto te stesso.
È stata la meditazione a insegnarmi questo ritorno.
Attraverso il silenzio, l’ascolto, il respiro consapevole, ho imparato a tornare a casa (dentro di me); ho capito che l’unico tempo reale è questo momento e che ogni volta che fuggo nel passato o mi proietto nel futuro, perdo la vita che sta accadendo ora. Essere presente non significa semplicemente “esserci” fisicamente, significa invece esserci con consapevolezza, senza giudizio, senza maschere, senza il bisogno di dimostrare o difendersi, significa lasciare cadere l’abitudine di rispondere automaticamente e scegliere invece di ascoltare, sentire, accogliere, prendersi tutto il tempo necessario. Da quando ho accolto la presenza come una delle mie radici fondanti, la vita ha iniziato a rallentare nel modo giusto, ogni gesto, anche il più semplice, è diventato un piccolo rito: preparare un pasto, bere una tisana, camminare, respirare, mangiare e parlare… tutto è diventato un’occasione per esserci davvero, nel corpo, con il cuore e con la mente.
La differenza si sente nei dettagli
Prima, durante un pasto, la mia mente correva altrove, magari pensava a cosa fare dopo, a qualcosa da risolvere o da dover dire; ora, mentre mangio, sento i sapori, ascolto il corpo che si nutre, ringrazio per il cibo che ho tra le mani. Fai una prova: quando parli con qualcuno guardalo negli occhi, ascoltalo davvero, senza preparare la risposta mentre l’altro sta ancora parlando. Sarai sorpreso da quanto questo ascolto profondo ti farà sentire più presente, più centrato che mai.
La presenza è diventata anche la chiave per attraversare le emozioni, quando qualcosa mi turba o rattrista non fuggo: resto con quel disagio, lo ascolto, gli chiedo cosa è venuta a mostrarmi. Allo stesso modo, quando mi sento felice non temo che finisca ma mi lascio immergere completamente in quella gioia. E ho compreso una verità semplice e potente: la libertà non è in ciò che accade ma in come scelgo di esserci mentre accade.
La vera libertà nasce anche dalla presenza
Oggi so che ogni scelta consapevole nasce dalla presenza non dall’abitudine. La libertà non è reagire: è fermarsi, osservare e scegliere come esserci. Essere presente è il più grande atto di amore che si possa compiere: verso la vita, verso il proprio sentire, verso le persone che incontriamo e verso la vita stessa che, ogni giorno, invita a tornare a casa. Tornare qui. Tornare ora. Tornare al proprio unico sentire.
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