La libertà interiore (8/8): smascherare le illusioni, scegliere la verità
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L’ottava radice del mio cammino è forse la più sottile e al tempo stesso la più potente: la libertà interiore da sistemi e illusioni. Non mi riferisco solo a grandi strutture di potere o ad ideologie imposte dall’alto ma a qualcosa di molto più vicino, quotidiano, personale; si tratta di quei condizionamenti invisibili, di quei “si è sempre fatto così”, dei “devi essere così per essere accettata”, insomma di quei modelli prestabiliti di felicità, successo e valore.
Per anni ho creduto che la libertà fosse fuori:
oggi so che la vera libertà non è fuori ma dentro ed è una forma viva del mio sentire, che pulsa ogni volta che scelgo di restare fedele a ciò che sento autentico, anche se diverso, anche se scomodo.
Guardare in faccia le illusioni
Ho imparato a riconoscere le illusioni che si presentano come verità assolute tipo “la sicurezza sta nell’accumulare”, “la felicità si misura con ciò che possiedi”, “il tuo valore dipende da quanto piaci o da quanti risultati ottieni”. Quando questi pensieri si riaffacciano, non li combattere più, guardali come fossero vecchi vestiti dismessi e che non ti stanno più addosso, e scegli di lasciarli andare invece di volerli indossare ancora. Ogni volta che rinunci ad aderire a ciò che non ti appartiene, stai esercitando il tuo libero arbitrio. Ogni volta che ti permetti di vivere con coerenza, anche se fuori ti dicono che sbagli, stai scegliendo te stesso.
La libertà come atto quotidiano
La libertà interiore non è un evento straordinario è un atto quotidiano, è il “no” che dici con rispetto a ciò che non ti risuona, è il “sì” che pronunci con coraggio verso ciò che ti rappresenta, anche se nessuno lo comprende; è smettere di cercare approvazione, smettere di conformarsi o scendere a compromessi per non deludere, smettere di vivere per piacere o per adattarsi. E così, senza bisogno di clamore, di rotture plateali o di rivoluzioni visibili, si compie la più grande trasformazione possibile: quella di essere semplicemente e profondamente se stessi.
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