Lamentarsi è un’eco d’infanzia
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L’abitudine a lamentarsi: un richiamo antico alle coccole?
Quante volte alla domanda “Come va?” riceviamo risposte come “Si tira avanti”, “Male”, “Non ne posso più”, ecc. Sembra quasi che lamentarsi sia diventato un rituale sociale, una scorciatoia emotiva per sentirsi accolti, ascoltati, coccolati o compatiti.
C’è un legame tra l’abitudine alla lamentela e il bisogno (spesso inconscio) di essere rassicurati, consolati, “coccolati” come da bambini. Ma cosa si nasconde davvero dietro questo legame? Forse, molto più di quanto pensiamo, la radice della lamentela affonda nella nostra infanzia: quando da bambini piangevamo, ci lamentavamo o frignavamo, arrivavano le coccole, una carezza o un abbraccio tenuto a lungo. E così, senza volerlo, ci hanno insegnato che esprimere disagio porta conforto.
Il problema è che molti di noi, crescendo, hanno trasformato quella percezione in una abitudine. In tanti si lamentano sperando che qualcuno li veda, li capisca e li rassicuri ma così facendo perdono di vista qualcosa di molto più grande, tutto ciò che già hanno e per cui dovrebbero essere grati.
La verità è che non abbiamo più bisogno di coccole dagli altri per sentirci bene. Possiamo prenderci cura di noi stessi, riconoscerci, premiarci, sostenerci con dolcezza e forza.
Premiati adesso. Coccolati ogni istante della tua vita. Smetti di lamentarti e vivi il tuo presente.
Non c’è bisogno di attirare attenzioni negative per sentirsi amati, c’è bisogno di attenzione positiva verso sé stessi e, magari, alla prossima domanda “Come va?”, prova a rispondere con un sorriso sincero e una gratitudine reale, non per negare le difficoltà ma per scegliere di abitare la luce che c’è, sempre, anche nei momenti bui.
Prenditi un momento. Fai un respiro profondo. E chiediti con sincerità: Quando mi lamento, che cosa sto davvero cercando? Di che coccola ho bisogno oggi?
Scrivi le tue risposte in un diario, oppure semplicemente ascoltale dentro di te. Ogni volta che ti riconosci, ti avvicini alla parte più autentica di te stesso, dove non c’è più bisogno di lamentarsi, dove c’è presenza, gratitudine e forza.
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