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Non è un esame di vita

19 Giugno 2025 by Tiziana Di Genova Leave a Comment

Non è un esame di vita

Non è un esame di vita, è solo un bivio tra tanti.

A chi sta per fare una scelta importante ma non sa ancora bene in che direzione ma anche a chi crede di avere già scelto e che solo con il tempo saprà se avrà fatto la scelta giusta.

A tutti quei ragazzi che in questi giorni chiuderanno il ciclo scolastico (con la tanto attesa maturità “scolastica”) e si accingono a dover fare delle scelte per il futuro. Giovani che si trovano davanti a uno di quei momenti che sembrano più grandi e complicati di quanto non lo siano davvero. 

E’ il momento della maturità (scolastica), il momento della “scelta” che spesso arriva con parole pesanti: università, lavoro, domani, futuro. Giovani che si sentono osservati, giudicati ed enormemente sollecitati dall’esterno.

Tutti a chiedere loro  “che farai dopo?”, come se dovessero già saperlo, come se il “dopo” fosse prioritario rispetto all’ ”adesso”, come se non saperlo fosse una colpa: “ma come… non lo sai ancora?”.

Nessuno che chieda loro come hanno pianificato le prossime meritatissime vacanze estive, figuriamoci se qualcuno chiede loro come si sentono davvero, a prescindere dal momento, a prescindere dalle scelte da fare e dal futuro di cui occuparsi.

La domanda “che farai dopo?” è onnipresente in questo periodo e spesso viene posta con un’urgenza che non lascia spazio all’ascolto autentico. Molti ragazzi, per rispondere, scelgono differenti modalità: alcuni si mostrano decisi, parlano con sicurezza di università, lavoro e progetti futuri, ma spesso quella decisione è frutto di aspettative esterne, genitori, insegnanti e modelli sociali, più che di un desiderio autentico. Una convinzione imposta o appresa ma non realmente sentita; hanno imparato che è meglio avere una risposta pronta piuttosto che mostrarsi incerti ma quella convinzione, pur sembrando solida, è in realtà una corazza; altri invece mentono consapevolmente perché si sentono costretti a dire qualcosa, rispondono con una scelta che non li rappresenta, magari inventata sul momento. Lo fanno per evitare lo sguardo deluso dell’adulto, per sentirsi adeguati, per proteggersi. Ma quella bugia, più che un inganno, è un modo per sottrarsi a una pressione che avvertono troppo grande.

In entrambi i casi, ciò che manca è uno spazio in cui sia legittimo dire: “non lo so ancora”, “sto cercando di capirlo”, “mi sto ascoltando”. Un tempo sospeso in cui ammettere di non avere una risposta, uno spazio in cui è possibile esplorare, cambiare idea, crescere.

A tanti di loro manca il coraggio di dire “non lo so, so solo cosa farò adesso”. 

Non è una colpa non sapere cosa accadrà dopo.

In fondo le scelte possono fare paura anche perché sono dei veri e propri tagli: se si va da una parte, si sceglie di precludersi la possibilità di andare da mille altre parti. È proprio così! ma scegliere non significa imprigionarsi in una direzione: è solo il coraggio di fare un primo passo e poi ascoltare, osservare, sentirsi liberi di aggiustare in corso. Se stai per scegliere, ti invito a fermarti un attimo, non per decidere ma per sentire.  Ti lascio alcune domande, non utili a trovare la risposta “giusta” ma a riconoscere ciò che vibra dentro di te.

Cosa ti fa sentire vivo/a? Non cosa ti riesce bene e nemmeno cosa conviene, solo cosa ti accende dentro. Cos’è che ti fa dimenticare tempo e fatica?Cosa faresti davvero con entusiasmo anche senza nessuna ricompensa, anche se non ci fosse una carriera, un titolo e nemmeno un premio? Quale ingiustizia ti fa arrabbiare davvero? Sembra una domanda fuorviante ma a volte ciò che non sopporti nel mondo ti indica cosa vuoi trasformare e la tua rabbia, se ascoltata, può diventare la tua direzione, la tua scelta. Chi ti ispira? Non pensare solo a chi ce l’ha fatta, pensa a chi ti fa dire: anch’io vorrei vivere così. Che tipo di persona vuoi quindi diventare? E se non decidessi subito?

Puoi anche prenderti tempo, nessuno ha il diritto di accelerare il tuo passo. Puoi esplorare, puoi aspettare, puoi cambiare idea. Non è tempo perso: è tempo che ti forma. Se ti senti smarrito, sappi questo: non sei in ritardo e non sei solo/a. C’è una parte di te che già sa da che parte andare ma non parla con le parole, lo fa con i brividi, con la pace e la gioia che provi senza motivo quando sei nel posto giusto. Ascoltala e fidati.

Le strade giuste non sempre iniziano con una certezza. A volte iniziano con un sussurro, perciò non cercare subito cosa fare, chiediti piuttosto: “chi voglio essere qualsiasi cosa io faccia?”. Da lì, tutto si orienta da sé.

Perché scegliere non è trovare una destinazione, è iniziare a camminare verso la tua forma più vera.

Filed Under: Articoli Tagged With: adolescenti, bivio, che farai dopo?, cosa fare?, domani, educare, educare i giovani, esame di maturità, fare scelte, futuro, Lavoro, scegliere, scelte, scuola, università, valori

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