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Nessuno di noi ha le mani pulite

3 Settembre 2025 by Tiziana Di Genova Leave a Comment

Nessuno di noi ha le mani pulite.

Noi non siamo separati: siamo inestricabilmente interrelati. La rosa è l’immondizia , il soldato è il civile, il criminale è anche la vittima; il ricco è il poverissimo, il buddhista è il non buddhista. “Questo è così perché quello è cosà”. Nessuno di noi ha le mani pulite; nessuno di noi può dichiarare che la situazione sia al di fuori dalla sua responsabilità. La bambina che viene obbligata a prostituirsi è in quel modo per via di come siamo noi; i rifugiati costretti a stare nei campi profughi devono vivere in quel modo per via del nostro stile di vita. I mercanti di armi fanno il loro mestiere perché le nostre economie possano continuare a crescere e loro ci possano guadagnare. Ricchezza e povertà, società del benessere e società povere inter-sono: la ricchezza dell’una è fatta della povertà dell’altra. Noi siamo responsabili di tutto ciò che ci accade intorno. Se ci osserviamo a fondo con gli occhi dell’interessere vediamo la giovane prostituta, il bambino soldato, la madre che muore di fame e il lavoratore immigrato; portiamo in noi il loro dolore, portiamo in noi il dolore del mondo intero. È da questa intuizione profonda dell’interessere che ci nascerà in cuore la compassione e sapremo che cosa fare e che cosa non fare per essere d’aiuto nella situazione attuale.

Anche il monaco buddista Thich Nhat Hanh, nel libro “L’altra riva del fiume”scrisse che non siamo esseri separati: tutto ciò che accade nel mondo è intrecciato con la nostra vita quotidiana. La ricchezza di alcuni esiste perché altri vivono nella miseria, la sicurezza di pochi perché altri sono costretti a combattere o a fuggire. Non possiamo illuderci di avere le mani pulite: ogni ingiustizia e ogni sofferenza, riflette anche le nostre scelte, i nostri stili di vita, i nostri silenzi. Guardando con gli occhi dell’inter-essere ci accorgiamo che la prostituta bambina, il rifugiato, il lavoratore sfruttato, vivono dentro di noi: portiamo il loro dolore e la loro speranza.

Noi non siamo isole separate:

siamo come fili intrecciati nello stesso tessuto, ogni gesto, ogni scelta, ogni parola che pronunciamo si riflette sul mondo intero, come cerchi che si propagano nell’acqua quando getti un sasso.

Per un educatore o un genitore, questo significa riconoscere che il bambino che sbaglia, l’alunno che provoca o l’adolescente che si chiude in sé non sono “problemi” isolati, piuttosto sono specchi che ci rimandano qualcosa della nostra società e anche di noi stessi. Il dolore della gente che vive in stato di guerra, del rifugiato che non ha casa o del lavoratore sfruttato, non è lontano da noi: vive nelle pieghe del nostro stile di vita, nelle scelte che facciamo o non facciamo.

Quando impariamo a guardare con gli occhi dell’inter-essere, ci accorgiamo che non si tratta di colpa ma di responsabilità condivisa. Ed è da questa presa di coscienza che nasce la compassione vera: non un sentimento vago ma un’azione concreta che orienta le nostre decisioni quotidiane.

Nessuno di noi ha le mani pulite.

Oggi stesso, scegli un gesto semplice che interrompa il filo della sofferenza. Può essere comprare con consapevolezza (un prodotto etico invece di uno sfruttato o che nutra multinazionali insane), ascoltare davvero un figlio o un alunno senza giudicarlo o evitare il consumo superfluo. È come seminare un piccolo seme diverso: forse ti sembra poco ma quel seme può cambiare il campo intero.

Filed Under: Articoli, Letture, Pareri illustri Tagged With: cambiare stile di vita, compassione, consapevolezza, dolore, educatori, genitori, interconnessi, interessere, mani pulite, non siamo separati, presa di coscienza, problemi, responsabili di tutto, responsabilità, seminare un piccolo seme, sofferenza, stile di vita, Thich Nhat Hanh, vita quotidiana

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