L’arte dell’autodidatta
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“Imparo perché voglio, non perché devo: l’arte dell’autodidatta”.
L’autodidatta come simbolo di libertà interiore, curiosità viva e apprendimento autentico.
Il sapere nasce da dentro e non tutti imparano nello stesso modo, c’è chi segue i programmi, i manuali, i voti, e chi invece impara come respira: per curiosità, per amore, per necessità interiore. L’autodidatta non è colui che rifiuta la scuola ma chi riconosce che il sapere non si trasmette: si risveglia.
Ogni scoperta diventa un dialogo vivo con la realtà, non un esercizio di memoria.
Un autodidatta è come un viaggiatore libero: non segue sentieri già tracciati, cammina, osserva, prova, cade e riparte. È un artigiano del sapere, non un consumatore di nozioni, e nel suo zaino ci sono la curiosità, la costanza, la libertà di cambiare direzione; l’apprendimento per lui, o lei, non ha orari, né giudizi, né diplomi da conseguire e da appendere: è una forma di libertà, un atto d’amore verso la vita stessa.
La scuola tradizionale ha un limite (tra i tanti): tende a uniformare, spesso confonde il “sapere” con il “ripetere” ma l’apprendimento autentico nasce dal dubbio, dall’errore e dall’esperimento. Molti ragazzi smettono di imparare non perché non sono capaci ma perché hanno perso il gusto della scoperta.
Il cervello umano è progettato per imparare spontaneamente,
proprio come fa un bambino che osserva il mondo con occhi nuovi. Da Leonardo da Vinci a Steve Jobs, da Frida Kahlo a Richard Feynman, la storia è piena di menti autodidatte che hanno unito curiosità e azione, non avevano tutti gli strumenti a cui hanno accesso i nostri giovani oggi ma avevano una spinta interiore che nessuna scuola può insegnare. Essere autodidatti, perciò, non significa rifiutare l’autorità ma riconoscere che l’autorità più autentica è quella della propria esperienza diretta.
Lo ripeto di continuo ai miei studenti:
“impara per te, non per un voto”. Li invito ad allenare la loro curiosità come farebbero con i muscoli, li stimolo a farsi domande, anche quando non vedono risposte immediate. Lo ripeto fino allo sfinimento: la scuola migliore è la vita stessa e va guardata con gli occhi della curiosità e della ricerca continua.
L’autodidatta non segue un programma, segue un richiamo interiore e in quel richiamo c’è la sua vera scuola. Ogni autodidatta è un ricercatore della propria verità.


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