Entropia: il disordine che ci insegna l’arte dell’attenzione.
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Il termine Entropia, dal greco en, dentro e trop, trasformazione, cambiamento, rivolgimento) venne coniato agli inizi del XIX secolo, nell’ambito della termodinamica, per descrivere la graduale e spontanea degenerazione di un sistema verso il massimo disordine.
L’entropia è una legge della fisica, quindi, ma anche una grande lezione di vita. Dice che tutto tende al disordine, se non c’è un’energia che lo mantiene in equilibrio. Un oggetto lasciato fermo si copre di polvere, un pensiero non curato diventa confusione, una relazione senza attenzione si raffredda.
È la tendenza naturale delle cose: se non coltivi, si disperde.La chiamiamo entropia ma in fondo è solo la vita che ti chiede presenza.
La subiamo tutti
Ogni essere umano, ogni organismo, ogni sistema sociale, ogni gruppo di lavoro, ogni mente. Perfino una scuola, se non si rinnova, diventa rigida e confusa e lo stesso vale per il corpo, che si appesantisce se non si muove, o per l’anima che si spegne se non respira entusiasmo.
La vediamo ovunque
Nel disordine di una stanza, nell’affaticamento mentale dopo una giornata piena, nei rapporti che perdono freschezza, nelle istituzioni che non cambiano da decenni. Mi piace pensarla come ombra del tempo perché compare ogni volta che smettiamo di portare attenzione, cura o energia.
Quando accade? Ogni giorno, lentamente, non c’è un momento preciso, accade quando ti dimentichi di esserci, quando fai le cose in automatico, quando il corpo si irrigidisce, quando la mente si riempie di troppi “devo”. È allora che il disordine cresce, a volte è visibile altre no, ma è sempre lì, costante.
Si manifesta quando l’energia si disperde, è una legge naturale ma possiamo contrastarla non con la forza, bensì con la consapevolezza. Ogni atto di attenzione riduce questo disordine naturale delle cose, ogni volta che riporti presenza in ciò che fai, nel respirare, nello studiare, nel parlare con qualcuno, ristabilisci equilibrio. Non serve “riordinare tutto”, basta ricordarti di esserci.
Sappiamo che il cambiamento è la regola dell’universo e non l’eccezione, e l’entropia ci ricorda che niente resta com’è e che l’unico ordine vero è quello che creiamo consapevolmente, ogni giorno. Non possiamo fermare il flusso ma possiamo armoniosamente scorrere con lui.
Per farlo serve consapevolezza, presenza, attenzione e capacità di osservare il disordine senza giudizio; capire che non è “colpa” tua se la tua stanza si disordina o se un progetto perde slancio: è la natura stessa delle cose. La differenza sta nella presenza, perché se te ne accorgi puoi agire, se resti addormentato, il disordine ti travolge.
E’ importante comprenderla perché aiuta a vivere con più leggerezza.
Infatti sapere che tutto tende al disordine ci insegna a non drammatizzare ma anche a non rimandare, ci spinge a coltivare cura, ordine interiore, gratitudine, piccole attenzioni quotidiane. Perché è così che si mantiene viva la salute psicofisica: con gesti semplici, continui e consapevoli.
Cosa possiamo fare praticamente nella vita quotidiana?
Riordinare ogni giorno un piccolo spazio (fuori o dentro di noi); quando ci sentiamo confusi, fermiamoci a respirare lentamente e a osservare cosa stiamo lasciando andare al disordine; in famiglia, in gruppo o in classe, notiamo dove l’energia scende e riaccendiamola con una parola gentile o un’azione concreta.
Ricordiamoci che anche l’entusiasmo ha bisogno di manutenzione e che l’entropia non è un nemico ma un promemoria, ci dice che l’ordine non è statico e che non è possibile mantenere sempre uno stato fisso di ordine ma possiamo ridare un nuovo ordine alle cose. Ogni volta che riportiamo attenzione, ridiamo vita e ogni volta che ridiamo vita, guariamo un pezzo di mondo.

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